Estratto dell’intervista a Francesco Sforza.

Sabato 18 aprile… Arrivato a casa dal mio soggiorno di lavoro a Milano…
Dopo 5 giorni di relazioni con il pubblico, aziende con cui intrecciare nuovi rapporti, clienti interessati al mio lavoro e alle mie opere, amici che da Jesolo e Treviso sono venuti a Milano per vedere il mio lavoro nelle due mostre in via Jommelli 24 da Spazio Tadini e in via Pontaccio 10 nel temporary showroom di Staygreen Venezia presso Spazio Seventy, mi posso sedere e con calma fare una carrellata degli articoli che “per ora” sono usciti sulle mie mostre e concedermi con calma la lettura di questa intervista che Michela Ongaretti scriveva pochi giorni fa per MilanoArtExpo sulla mostra personale in corso e che durerà fino al 5 maggio grazie al supporto dello sponsor Saratoga-Sforza Spa.

Nel leggere l’intervista, con la calma che nel soggiorno lavorativo non avevo avuto, sono rimasto colpito dalla parte che ora con piacere condivido nel mio blog. Buona lettura anche a voi.

Marilyn Murrina Pop© – Blu Sorrento
Opera di Luca Moretto Marilyn Murrina Pop© – Blu Sorrento, produzione di Staygreen Venezia

Mi congratulo con Michela Ongaretti.

“…In questi giorni abbiamo invece visto l’interesse per la conservazione di un altro tipo di produzione: quella artistica. Preferiamo definire mecenate piuttosto che sponsor il responsabile e proprietario di Saratoga, Francesco Sforza.

Ci ha colpito e sorpreso la sua riservatezza riguardo al progetto per la mostra di Luca Moretto.

Nel Rinascimento e nei secoli passati i protagonisti della grande arte italiana non avrebbero donato all’umanità i loro capolavori se non avessero avuto il sostegno dei mecenati: non era una pura ostentazione del nome e dei valori di questi benefattori ma la possibilità di far parte di una creazione, nel lasciare anche la libertà dell’espressione del genio. Allo stesso modo Sforza non dichiara che ci sia un legame diretto tra l’azienda e i lavori di Moretto, non si intende nobilitare o esibire il nome di Saratoga a fini pubblicitari.

Potremmo pensare che data l’affinità tra il materiale principe della mostra, il silicone colorato, e i prodotti dell’azienda milanese, ci sia in cantiere il progetto di creare e promuovere un gruppo di artisti che utilizzano proprio i materiali Saratoga, una sorta di “silicon artists” funzionale alla celebrazione del marchio. Non c’è niente di tutto ciò.

E’ chiaro che interessa l’applicazione creativa del silicone, per i risultati che si possono ottenere sia su opere d’arte che per oggetti di design grazie alla sua malleabilità. Sforza però apprezza la specificità del lavoro di Moretto, la sua poetica e il gusto per i colori, per lui abituato a concepire il materiale come qualcosa di unicamente funzionale , da nascondere perché non bello, come un prodotto di servizio oscurato da altri, è una sorpresa vedere come Moretto lo abbia nobilitato.

E’ esaltante notare il punto di vista di un artista che connota il silicone in senso pop e carico dijoie de vivre, rendendolo alternativa ai materiali per la scultura e ai colori in pittura per costituire forme che non sono mai bidimensionali, il tutto congeniale alla propria visione della vita, che può essere guardata da più punti di vista, come i disegni su questi dipinti.

Ciò che questo mecenate moderno ha fatto è stato credere nel talento di Moretto attratto da un gusto personale, dal puro piacere verso quest’opera che lo ha mosso all’acquisto di due quadri e all’aiuto per la realizzazione della mostra durante il Fuorisalone 2015 e il primo mese di Expo. Francesco Sforza ha conosciuto Luca Moretto come uomo dai valori profondi, che ha trovato nuova forza sulla via della ricerca artistica, una strada “illuminata di forme e colori”.

Michela Ongaretti

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